Cos’è il patto di non concorrenza?
Il patto di non concorrenza è una clausola del contratto che i datori di lavoro possono inserire per assicurarsi che il proprio dipendente non presti servizio ad altre aziende.
È disciplinato dall’articolo 2125 del Codice Civile e viene inserita soprattutto in settori dove lo know-how è molto specifico, e una collaborazione con diverse aziende da parte di un dipendente potrebbe rappresentare un motivo di vantaggio per la concorrenza a discapito della propria azienda.
Non solo: il patto di non concorrenza sancisce anche che, in caso di fine del rapporto di lavoro con l’azienda, il lavoratore non può avviare un’attività autonoma che sia in diretta concorrenza con l’azienda per cui lavorava. In altre parole, anche dopo aver cessato di collaborare con l’azienda non può diventarne concorrente.
Attenzione: non si tratta solo di concorrenza sleale, ma di concorrenza pura, anche se rispetta i termini di legge. Un datore di lavoro può chiedere al proprio dipendente di non porsi mai in situazione di concorrenza nei propri confronti.
La rinuncia al patto di non concorrenza deve essere chiesta dal lavoratore al rappresentante legale dell’azienda prima di firmare il contratto. Una volta che viene firmato il contratto che contiene la clausola di non concorrenza, non è possibile tornare indietro.
In alternativa, il datore di lavoro può concedere una deroga al patto di concorrenza, ma resta sempre soggetto a certi limiti.
Patto di non concorrenza: le conseguenze della violazione
Hai sancito un patto di non concorrenza con un tuo dipendente ma sospetti che l’abbia violata per collaborare con altre aziende?
Agire contro il patto di non concorrenza costituisce una violazione contrattuale ed è pertanto motivo di causa civile contro l’ex dipendente.
Il datore di lavoro potrà procedere secondo queste modalità:
- risolvere il patto di non concorrenza per inadempimento, avanzando una richiesta di risarcimento per i danni subiti a causa della violazione del patto e chiedendo la restituzione del corrispettivo pagato al dipendente.
- chiedere l’adempimento del patto di non concorrenza. In questo caso il dato di lavoro può richiedere l’attivazione della procedura cautelare d’urgenza e richiedere al giudice di ordinare al lavoratore di cessare lo svolgimento dell’attività concorrenziale.
Per poter testimoniare l’avvenuta infrazione della clausola di non concorrenza in tribunale, il datore di lavoro dovrà portare delle prove inconfutabili che testimoniano quanto avvenuto.
Investigazione per violazione del patto di non concorrenza
L’agenzia di investigazione Petrolà può aiutare nella produzione di prove concrete attraverso indagini effettuate da un investigatore privato che si accerta dei comportamenti illeciti sospetti dell’ex dipendente.
L’investigatore privato segue con professionalità e discrezione il presunto dipendente che ha violato il patto e ottiene prove valide e inconfutabili (fotografie, video e altro) da utilizzare in sede giudiziaria.