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Intervista all’Avvocato Nadia Boni sullo spinoso reato di stalking

Dal 2009, in Italia, è stato introdotto il reato di atti persecutori (stalking) e, pertanto, nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita costante delle denunce per questo illecito.
L’introduzione del reato di stalking ha permesso a molte donne (ma anche a molti uomini) di utilizzare una nuova arma difensiva per ostacolare una serie di comportamenti ossessivi e illeciti a danno della propria libertà personale.

Chi viene accusato di stalking è esposto ad un’onta personale da cui è difficile difendersi. Infatti, sono abbastanza frequenti i casi in cui una denuncia per stalking è falsa, fatta solo per recare danno alla persona ingiustamente accusata.
Il Ministero dell’Interno ha evidenziato che, nello scorso anno, più del 50% delle accuse per stalking si è rivelato falso.
Non solo chi accusa, quindi, ma anche chi si difende ha il dovere di produrre delle prove a dimostrazione della propria innocenza ed è per questo che sempre più spesso chi è vittima di stalking o di una falsa accusa richiedere l’aiuto di un investigatore privato per avere prove concrete da utilizzare in sede legale.

Stalking: intervista all’avvocato Nadia Boni

Abbiamo approfondito l’argomento facendo alcune domande alla dottoressa Nadia Boni, Avvocato penalista e patrocinante in cassazione, che collabora con la nostra agenzia di investigazioni.

1) Qual è il consiglio che può dare a chi ritiene di essere vittima di stalking?

E’ bene rivolgersi alla Polizia di Stato, che ha la possibilità di ascoltare la vittima di Stalking (o atti persecutori), consigliando il percorso migliore, in base al racconto della persona che si presenta con problemi di questo tipo. Naturalmente, anche un avvocato è in grado di valutare, con gli elementi forniti dalla persona che si presenta chiedendo aiuto, la strada migliore da seguire.

2) Cosa prevede la legge italiana per questo reato?

Il reato di atti persecutori è previsto dall’art. 612 bis cp, che stabilisce la pena da un anno a sei anni e sei mesi per chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura, ovvero da ingenerare un fondato timore per la propria incolumità o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva, ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita. La pena è aumentata se il fatto è commesso da persona legata sentimentalmente alla vittima o in danno di minore o di donna in stato di gravidanza o di persona con disabilità. Il termine per proporre la querela è di mesi sei e, nei casi più gravi, non può essere ritirata. Quindi, si intuisce che uno dei mezzi, che ha la vittima per difendersi è la presentazione di una querela, ma vi è anche la possibilità di ottenere dal Questore l’ammonimento del responsabile, che potrebbe avere degli ottimi effetti per far cessare i comportamenti molesti.

3) Occorre avere prove certe prima di poter esporre la denuncia?

L’Autorità giudiziaria, alla quale la persona vittima di atti persecutori si presenta, valuterà i riscontri probatori forniti dalla stessa, date le serie conseguenze che ha la querela per questo tipo di reato. Nei casi più gravi, il colpevole viene anche sottoposto alla custodia cautelare in carcere.

4) Che ruolo ha l’investigatore privato?

L’investigatore privato può avere un ruolo determinante. Si pensi a coloro che vengono molestati da persone, apparentemente sconosciute. Egli ha la possibilità di poter risalire al responsabile dello stalking o di ottenere riscontri probatori utili alle indagini e al futuro processo.

5) In che modo è possibile strumentalizzare una denuncia per stalking?

Questo è un altro aspetto, nato dopo l’adozione di questo tipo di reato. Si è verificato anche il fenomeno della proposizione di querele, per la punizione di condotte, definite atti persecutori, che si sono rivelate false e strumentali per ottenere qualche vantaggio, anche di carattere giudiziario. Questo proprio perché, ipotizzata come stalking la condotta di una persona, la questura e la procura iniziano procedure più veloci per contrastare i fatti lamentati.

6) In questi casi come è possibile difendersi?

In questi casi l’opera di un investigatore privato è molto importante. E’ una figura che può certamente aiutare per uscire da una situazione molto difficile, per chi è accusato ingiustamente del reato di cui trattiamo e scongiurare le conseguenze pesanti che ne possono seguire.

Chi è l’Avvocato Nadia Boni

L‘Avvocato Nadia Boni si occupa di contenziosi in materia civile e penale con particolare attenzione alla materia della famiglia e dei minori.
Con riguardo alla materia penale, si occupa di fase dibattimentale ed esecutiva (Tribunale di Sorveglianza). In detto ambito l’Avv. Boni ha conseguito anche la specializzazione in neuroscienze cognitive applicate al diritto processuale penale, nonché una pluriennale esperienza sia quale rappresentante delle costituite parti civili, sia quale difensore degli imputati in diversi tipi di reati, dai più comuni a quelli più complessi la cui pena prevista arriva fino all’ergastolo.
Per ciò che concerne il diritto civile, l’Avv. Boni si occupa quotidianamente di separazioni e divorzi, proprietà, successioni, esecuzioni e recupero crediti, nonché risarcimenti del danno ed infortunistica. Inoltre, si occupa anche di opposizioni alle sanzioni amministrative e di diritto tributario.
Ha inoltre conseguito l’attestato di mediatore che le consente, con l’accordo del cliente, di tentare una soluzione transattiva che lo soddisfi in tempi rapidi.

Contatti
Avv. Nadia Boni
Email: avv.nadiaboni@libero.it
Sede: Via San Marcello Pistoiese n. 73/75, 00148 Roma

Petrolà Investigazioni: le nostre investigazioni private per stalking

Petrolà Investigazioni offre un servizio che garantisce tutela, sostegno e sicurezza per raccogliere prove da presentare in tribunale a seguito della denuncia per stalking.

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