Il codice deontologico dell’investigatore privato

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Petrola Investigazioni, con sede a Roma, si occupa di investigazione aziendale e privata. Da oltre quindici anni siamo attivi sul tutto il territorio nazionale, operando con professionalità e riserbo al servizio del cliente, che si tratti di privati cittadini o di aziende, imprese ed Enti pubblici.
Agiamo sempre nel rispetto della privacy e tutelando la vita privata del cliente. Formiamo i nostri investigatori con corsi di formazione appositi perchè agiscano nel pieno rispetto delle normative di legge e del codice deontologico morale che regola l’esercizio della professione, per offrire ai clienti un servizio eccellente e conforme alle normative vigenti.

La tutela della privacy del cliente

La tutela della privacy del mandatario dell’indagine è un aspetto fondamentale durante lo svolgimento di un’operazione investigativa. L’investigatore privato che opera per conto di privati, aziende o Enti pubblici è tenuto a preservare in ogni modo la privacy dell’assistito, impegnandosi a custodire con estrema serietà e riserbo le motivazioni che hanno mosso l’azione investigativa, gli sviluppi di questa e gli esiti.
L’investigatore di professione antepone la privacy del cliente alla propria e si impegna, nel caso in cui venga “scoperto” durante un’operazione – o “bruciato” come si dice nel gergo degli esperti- ad affidare le indagini ad un collega collaboratore, il quale porterà a termine le ricerche, i rilievi ed ogni prova utile per concludere con successo l’operazione.
Nel malaugurato caso in cui l’investigatore venga sospettato e scoperto, deve comunque impegnarsi a non rendere mai nota l’identità del mandante delle operazioni investigative, tutelando in questo modo la privacy del cliente al 100%.


Fine del mandato e obbligo di non conservare dati raccolti

A operazione conclusa, il codice deontologico dell’investigatore privato prescrive di eliminare fisicamente i dati relativi alle ricerche ed ogni altro materiale che possa compromettere la privacy del cliente che ha commissionato le indagini.
A mandato estinto, ovvero una volta terminato l’incarico, l’investigatore privato è tenuto a tenere per sè unicamente il documento che sancisce la collaborazione e il conferimento dello stesso mandato, conservando dati e incartamenti solo quando il cliente ne fa richiesta esplicita.
In questo caso l’investigatore potrà in via temporanea custodire dati e ricerche, fin tanto che il cliente non esprimerà la volontà di distruggere prove e simili.
Alla fine del mandato l’investigatore percepirà il compenso pattuito nel rispetto dei limiti tariffari presenti e affissi in modo chiaro e pienamente leggibile al cliente: è, comunque, tenuto a chiedere compensi giustificati e proporzionali al lavoro svolto.

Il codice deontologico dell’investigatore di professione prevede il mantenimento del più stretto riserbo su dati sensibili che riguardano le indagini e l’identità del mandante, come delle motivazioni che hanno dato inizio alle investigazioni. L’attività professionale dell’investigatore si deve sempre fondare su principi saldi di integrità morale, riservatezza e rispetto delle leggi previste dalla Costituzione e dai Codici civili e penali.
L’investigatore che operi privatamente o per conto di aziende è tenuto ad osservare in modo scrupoloso le regole di buon senso, dignità e professionalità nello svolgimento delle indagini, quindi nelle ore di lavoro, e parimenti nella vita privata, conservando una condotta morale irreprensibile.
L’investigatore si vede assegnato un delicato compito svolto su commissione del cliente, e nello stesso tempo svolge una funzione sociale e di utilità pubblica, nei casi in cui si occupi di smascherare comportamenti illeciti da parte di aziende pubbliche e private.

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