Il fenomeno sempre in crescita del Revenge Porn riguarda la profusione di materiale dal contenuto strettamente sessuale che riguarda più soggetti e, stando alle percentuali, nel 90% dei casi le vittime sono le donne.
Cos’è il Revenge Porn
Il Revenge Porn riguarda azioni compiute da un soggetto il quale, dopo aver preso parte a un atto sessuale oppure dopo essere riuscito a sottrarre materiale a colui che è coinvolto in prima persona, spedisce, cede, consegna, diffonde o pubblica video e immagini a contenuto sessuale esplicito.
Commette il medesimo reato non solo colui che possiede video o immagini di questo tipo, ma anche terzi che contribuiscono alla diffusione di questo materiale.
Il reato del Revenge Porn è diventato talmente aggressivo e dannoso che il Governo, il 9 agosto 2019, ha ritenuto necessario inasprire le pene promulgando un’apposita legge contro il Revenge Porn, nota come Codice Rosso.
Si parla di reato perchè la diffusione del materiale è fatta senza il consenso delle persone coinvolte nell’atto e presenti nei video o nelle immagini. Chi lo commette, va quindi incontro a una pena punibile con reclusione da 1 a 6 anni e il pagamento di una multa da un minimo di 5.000 € a un massimo di 15.000 €.
Come può reagire la vittima del Revenge Porn
Non appena si verifica un evento spiacevole e grave come la diffusione di materiale a contenuto sessuale, la vittima deve adoperarsi per bloccare immediatamente la diffusione dello stesso. Innanzitutto, dovrà segnalare il contenuto tramite le procedure oggi predisposte sia sui social network che sui portali online: una volta accolta la segnalazione, nell’arco di poche ore il materiale dovrebbe non essere più visibile.
Nel caso in cui la notizia non sia celermente oscurata sui canali online, è fondamentale rivolgersi a un avvocato perché si rechi in tribunale e depositi un ricorso d’urgenza con il quale chiede l’immediata rimozione del contenuto abusivo. È tuttavia estremamente importante sporgere contestuale denuncia alla Polizia Postale affinché si adoperi per oscurare sia foto e sia video presenti online.
Può essere molto utile rivolgersi ad un investigatore privato affinchè possa essere condotta un’indagine al fine di rintracciare il responsabile della diffusione del materiale. I detective di Petrolà Investigazioni sono altamente formati per svolgere indagini di tipo informatico e raccogliere tutte le prove utilizzabili anche in sede legale.
La legge italiana del Codice Rosso
La Legge del Codice Rosso entrata in vigore il 9 agosto 2019 prevede dunque la reclusione da 1 a 6 anni e una multa da 5 mila a 15 mila euro per chi invia, consegna, pubblica e diffonde materiale di vario tipo a sfondo sessuale esplicito destinato a restare privato e lo fa senza alcun consenso da parte della persona in esso rappresentato. La stessa ammenda è prevista per colui che contribuisca alla diffusione di questo materiale. La pena è invece destinata ad aumentare se, a compiere azioni di questo tipo, è un coniuge, anche se separato o divorziato o chi ha un qualsiasi legame affettivo con la persona danneggiata.
Per contrastare questo reato è fondamentale che la vittima reagisca tempestivamente denunciando l’accaduto. Il Revenge Porn, è perseguibile legalmente solo se è la parte lesa a denunciare e non se lo fanno terzi al posto suo, come nel caso di un padre, una madre, ecc… Non si tratta di un limite della legge, ma del fatto che alcune questioni molto intime non mettono chiunque nella posizione di denunciare e in tal caso la priorità è di tutelare le vittime.
A livello europeo ancora oggi non esiste una legislazione unica e omogenea sul Revenge Porn. Nel 2014, la Germania è stata il primo Paese Europeo a introdurre una legge di questo tipo: in questo caso le pene previste sono di 2 anni di detenzione e multe fino a 60 mila euro. Hanno poi introdotto leggi simili il Regno Unito, nel 2015 e la Francia, nel 2016.