concorrenza sleale

La concorrenza sleale può indurre un gravissimo danno reputazionale ed economico all’azienda che la subisce e impone una riflessione importante all’imprenditore.

Nell’ambito di un libero mercato sono gli imprenditori che vi operano a cercare il consolidamento della loro leadership a fronte di un giusto beneficio economico.

Pur rimanendo nel recinto delle norme giuridiche che disciplinano le regole del gioco, è quindi necessario che la classe imprenditoriale adotti tutti quei comportamenti necessari a conquistare quote di mercato sempre maggiori in ottica di ampliamento del proprio business aziendale.

In un contesto meritocratico e concorrenziale le aziende vengono premiate dal consenso del pubblico per l’esclusività e per la qualità dei propri beni o servizi. È quindi interesse dell’imprenditore il mantenimento e l’incremento dei propri segni distintivi.

Per questo ragione, dunque, appare evidente ed indispensabile conservare i diritti industriali conseguiti e proteggersi adeguatamente dall’ingerenza sleale di concorrenti sul mercato.

Difendersi dalla concorrenza sleale in maniera fattiva e giuridicamente permessa, è una tutela da porre in primo piano. Per scoprire come tutelarsi al meglio, cominciamo con l’individuare il concetto di concorrenza sleale.

Il reato di concorrenza sleale

Il concetto di concorrenza sleale viene disciplinato da due articoli del codice civile.

Il primo (articolo 2598) individua l’ambito applicativo del termine elencando dettagliatamente eventuali comportamenti che possono dar luogo al reato di concorrenza sleale.
Il secondo (articolo 2600), invece, stabilisce che chiunque subisca un danno dovuto a comportamenti di concorrenza sleale abbia facoltà e diritto a richiederne un risarcimento.

I comportamenti che possono rientrare nel più ampio contesto del reato sopra individuato, sono di natura confusoria o mendace. Alla prima categoria fanno riferimento i comportamenti che mirano a creare confusione circa un marchio o un prodotto. La seconda invece comprende tutti quelli che mirano a screditare un concorrente di mercato.

In ogni caso, ogni atto che rientra nell’ambito di un’accertata concorrenza sleale è soggetto ad una sanzione.

Come difendersi dai concorrenti sleali?

La miglior tutela che l’imprenditore può porre in essere comincia da una prevenzione dei comportamenti illeciti.

Proteggere sè stessi e la propria attività è essenziale per la propria sicurezza economica e la propria rispettabilità. Quindi, è essenziale attuare accorgimenti necessari e opportuni controlli sulle attività industriali, sul passaggio di informazioni e sull’operato dei collaboratori d’azienda.

Se non è possibile farlo in prima persona è bene rivolgersi ad un professionista nel settore dell’investigazione. Dopo un consulto si potrà stabilire la giusta strategia per porre in essere tutte le misure necessarie.

Qualora l’imprenditore abbia già subito un danno dovuto ad atti (compiuti con dolo o colpa) di concorrenza sleale, può rivolgersi alla magistratura. In questo modo può ottenere l’inibizione al reiterarsi di tali comportamenti ed un giusto risarcimento.
L’onere della prova è a carico della parte lesa. È consigliabile quindi avere a disposizione un congruo numero di prove documentali (valide dal punto di vista legale) da presentare in sede di giudizio.

Onde evitare di incorrere in comportamenti lesivi della privacy altrui, anche in questo caso, è consigliabile ricorrere alla professionalità di un esperto investigatore privato. L’investigatore predisporrà una relazione inoppugnabile da un punto di vista legale e idonea ad evidenziare i comportamenti sleali. Questo permetterà di ottenere un giusto riconoscimento del danno subito.

Condividi

Hai bisogno di maggiori informazioni?

Contattaci